L'agenzia delle Entrate allarga le maglie del superbonus, con la risposta 174 all'interpello di un contribuente che prospettava il caso di un edificio”finito”, ormai con numerosi condòmini già in casa ma con alcuni appartamenti non ultimati e non agibili.
Per l'Agenzia il superbonus in questi casi è possibile per gli interventi “trainanti” ma, per quanto riguarda le unità immobiliari non finite, in queste non si potranno effettuare lavori “trainati” (come gli infissi ). Inoltre, nel conteggio ai fini del tetto di spese sulle parti comuni, questi appartamenti restano fuori dal calcolo.
La situazione è tutt’altro che infrequente: negli edifici nuovi, dove naturalmente le facciate, le parti e i servizi comuni sono perfettamente a posto, vengono ultimati per primi gli appartamenti già venduti , mentre gli altri subiscono ritardi in parti anche essenziali, che ne impediscono provvisoriamente l’agibilità.
In particolare, le unità incomplete hanno la categoria catastale F3, una categoria provvisoria,nella quale, su richiesta di parte e senza attribuzione di alcuna rendita catastale, vengono inseriti gli immobili in attesa della definitiva destinazione. Per questi, spiegano le Entrate «la fruizione del Superbonus, è preclusa (...) in quanto trattasi di unità in via di costruzione e non di unità immobiliari “esistenti”». Nessun problema invece, per gli interventi da superbonus sulle parti comuni.
In ogni caso l’Agenzia ritiene che le «unità immobiliari accatastate in categoria F/3 “Fabbricati in corso di costruzione”, non possano tuttavia concorrere alla formazione della spesa massima ammissibile al fini di fruire delle agevolazioni (...) poiché occorre tener conto del numero di unità immobiliari esistenti all'inizio dei lavori. Né tali unità possono usufruire delle detrazioni relative ad altri interventi trainati di efficientamento».