Controlli documentali e controlli in cantiere. E verifiche di almeno quattro istituzioni comunitarie: la Corte dei conti europea, la Procura europea (Eppo, European public prosecutor office), la Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione europea, l’Olaf (l’ufficio europeo per la lotta antifrode). Oltre a tutti i controlli effettuati da istituzioni italiane: l’agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza, l’Enea, il ministero dell’Ambiente e la Ragioneria generale dello Stato. L’attività di monitoraggio sugli interventi di superbonus finanziati con i fondi del Pnrr arriva alla sua massima intensità. E il decreto Pnrr, da poco approvato dal Consiglio dei ministri, punta a disciplinare la coesistenza di tutti questi livelli di analisi.
«La norma del decreto - spiega Fabrizio Penna, capo dipartimento Pnrr del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica - ha un obiettivo di semplificazione. Era necessario mettere insieme, in modo trasparente, tutti i controlli ai quali sono sottoposti gli interventi inclusi nella rendicontazione Pnrr. E attualmente, a livello europeo, sono controlli svolti da Corte dei conti europea, Procura europea, Olaf, Commissione europea, che si sommano a tutti quelli svolti a livello nazionale».
Parlando del super ecobonus, la Componente 3 della missione 2 del Pnrr finanzia l’efficientamento energetico degli edifici residenziali con 13,9 miliardi di euro. L’obiettivo, alla fine del 2025, è di contribuire alla ristrutturazione e alla riqualificazione energetica di 35,8 milioni di metri quadri. Non tutto quello che ricade nel perimetro del superbonus, allora, viene sostenuto da fondi europei.
«Abbiamo rendicontato per il Pnrr - dice Giorgio Centurelli, direttore generale della direzione Gestione Finanziaria, monitoraggio, rendicontazione e controllo - gli interventi che sono in linea con gli obiettivi del piano». Quindi, quelli che possono essere considerati di “ristrutturazione profonda”, che implica un miglioramento di almeno due classi energetiche, corrispondenti in media a un risparmio di energia primaria del 40 per cento. «Inoltre - prosegue -, sono tutti interventi che non hanno avuto problemi di frodi e irregolarità, anche in base alle verifiche di agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Sono stati espunti tutti quelli che erano interessati da indagini o erano stati oggetto di comunicazioni o di controlli o che avevano elementi di pericolosità fiscale». Nel 2023, allora, con questo processo sono stati rendicontati oltre 60mila interventi che corrispondono a circa 200mila appartamenti e che assicurano un valore cumulato di superficie ristrutturata superiore a 17,5 milioni di metri quadri.
Il processo di analisi di questi lavori, però, non si è fermato qui. Perché è già in corso e andrà avanti nei prossimi mesi un processo di verifiche sia documentali che in cantiere svolte dalle istituzioni europee: in questa cornice arriva il decreto Pnrr che prevede che il Programma di controlli già svolti a livello nazionale sarà integrato «con le istanze sottoposte a verifica dai competenti organismi di controllo nazionali ed europei». Quindi, tutti i soggetti di cui abbiamo parlato stanno già facendo verifiche sui lavori rendicontati. E queste verifiche, a campione, stanno prendendo anche la forma del sopralluogo in cantiere. «Ci arrivano richieste anche con pochi giorni di anticipo - racconta Penna -. In questi giorni sono in corso controlli della Corte dei conti europea, che è già stata a Roma e a Firenze. Ad aprile ci saranno altri cinque giorni di controlli in cantiere della Commissione europea. Finora questi controlli sono andati molti bene: tutti i privati e i professionisti coinvolti sono stati molto collaborativi». Le verifiche riguardano la documentazione, la realizzazione dei lavori e partono dalle asseverazioni presentate.
Ma in questo contesto va segnalato anche un’altra misura, che era in corso di formulazione e per questo non contenuta nelle prime bozze circolare del nuovo decreto Pnrr. L’obiettivo di recintare il più possibile gli interventi con i fondi del Pnrr all’ecobonus, proprio in un’ottica di valorizzazione dell’efficienza energetica e del taglio del 40% dei consumi primari, porterà invece all’esclusione dal perimetro del Piano di ripresa e resilienza degli interventi destinati al super sismabonus. I cantieri che hanno avuto accesso a questa agevolazione, infatti, sono finalizzati a un altro obiettivo: la ricostruzione post sisma o il rafforzamento in chiave di prevenzione del rischio collegato a terremoti. Basandosi spesso su deroghe alle norme ordinarie, si sarebbero incastrati male con i principi del Pnrr. Da qui l’esigenza di tenere separata la contabilizzazione tra le misure connotate da finalità diverse, seppur entrambe con un impatto importante sul rinnovo del patrimonio edilizio italiano.