Entro nel vivo la programmata attività di verifica dell'Agenzia delle entrate preordinata al contrasto dell'evasione via Web. Entro il 31 gennaio 2024 difatti, le piattaforme online dovranno comunicare all'Agenzia delle entrate i dati sulle vendite di beni e prestazioni di servizi realizzate dagli utenti attraverso i loro siti e app. Lo stabilisce il provvedimento firmato il 20 novembre dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, con cui diventa operativa la direttiva europea Dac7. La direttiva stabilisce l'obbligo di comunicazione da parte delle piattaforme online dei redditi relativi all'e-commerce, all'affitto di beni immobili, all'offerta di servizi personali e alle attività di noleggio di qualsiasi mezzo di trasporto. Restano fuori dall'obbligo di comunicazione sia i dati relativi ai grandi fornitori di alloggi nel settore alberghiero (quelli con oltre 2.000 attività), per i quali l'amministrazione finanziaria dispone di altri flussi di dati, sia quelli relativi ai piccoli inserzionisti, venditori per i quali le piattaforme web hanno facilitato meno di 30 attività e l'importo totale del relativo corrispettivo versato o accreditato non è superiore a 2.000 euro nell'anno. Tuttavia, l'eventuale addebito di imposte e sanzioni non sarà immediato. Sarà difatti necessaria un'attenta valutazione da parte dell'Agenzia al fine di verificare la sussistenza o meno di un'attività commerciale svolta in forma di impresa e quindi abituale che richiederebbe l'apertura della partita Iva, il versamento delle imposte sul reddito e l'Iva. Diverse sentenze tributarie, ma anche della Corte dei Cassazione hanno già stabilito come il numero delle transazioni e l'entità degli importi sono elementi che evidenziano l'abitualità dell'attività posta in essere. Tuttavia, questi numeri non sono definiti attraverso la Dac7.


24 Nov 2023